Unleashed Dogs
recensione
(Metal Hammer)

luglio 2009
BLACK ROSES
"Unleashed Dogs"
(New LM/Masterpiece)

Storici per via dei quasi due decenni di carriera, i bolognesi Black Roses giungono oggi al traguardo di 'Unleashed Dogs', debutto ufficiale che segue il beneaugurante full length autoprodotto del 2006, le cui uniche pecche s'appoggiavano sulla pelle di una produzione povera mista ad una sonnacchiosa componente dinamica. Sanata quest'ultima, i felsinei si sono affidati all'esperto fonico Del Vecchio per garantire pulizia ad una track list ponderata tra gioielli datati ed altri più recenti, gioielli modellati su sonorità d'antan e quindi depositari di quello charme arcano inderogabilmente seventies, che Cheap Trick, tardi Deep Purple e i Whitesnake delle tinte blueseggianti effigiarono prima di loro, anche sul terreno del songwriting.
Strutture mai ordinarie si alleano ai due versanti espressi dalla band del sobrio cantante Max Gazzoni, quello scattante e quello onirico, rappresentate (tanto per citare tre titoli di un'opera senza cedimento alcuno) 'Billy', 'From Living In Tears' e 'Streets Of Love' riqualificano con originalità e un misto di sudditanza la componente stilosa dell'hard rock con risvolti Aor e cadenze blues.
La crescita dei Black Roses sarà stata pur lenta, ma è indubbio che sia costante.
E 'Unleashed Dogs' è l'album che assicura compagnia leale e spoglia di noia, come quella del parente saggio ed eternamente giovane che ci ha insegnato più trucchi di quanti ce ne avesse rivelati nostro padre; album dal profilo elegante e ricercato che rende giustizia al loro talento, per troppi anni confinato nell'underground.


VOTO 7/10

Filippo Pagani